Stamattina ho scritto cose soltanto rabbiose e tristi, rileggendo l’effetto era veramente deprimente e io non voglio deprimere i miei numerosi lettori (alcune migliaia, dicono gli ultimi rilevamenti, anche se un sito giornalistico cinese, citando fonti difficilmente verificabili, forse non troppo attendibili, dichiara un numero impressionante: uno, forse due milioni di lettori. Cifre che, in ogni caso, lo confesso, mi lusingano, mi commuovono, e mi incoraggiano a proseguire la stesura di questo Diario).
Perciò oggi pomeriggio, mettendo da parte gli scherzi, pubblico le poesie di una nuova poetessa, assolutamente inedita: Matilde. Sono brevi, bellissime composizioni. Questi versi partono dall’anima e arrivano in cielo, chissà dove.
La foglia ti dà la sua mano,
gracile ma risoluta.
Le nervature scrivono il tuo destino,
contro luce, trasparente.
Vola sulle foglie
il vento inaspettato.
Forse arrivi tu.
La luce entra nel cunicolo
ed esce nell’infinito.
Una lacrima disegna una linea
che scorre nell’infinito.