8 settembre 2024

da | 8 Set 2024 | Diario del re del bosco

 

Se in me

 

potesse entrare di straforo

la chioma sua

di certo si trasmuterebbe

la tinta del mio sangue in quella

d’oro

 

 

 

Le rondini

 

in deliziose cappe di raso nero

dattilografavano il risveglio

dettato dall’aurora

 

 

Grande delizia

 

osservare quel treno sbuffante

salire i gradini traversini

raggiungere la bocca del tunnel

che se lo succhia come liquerizia

 

 

Dalla superba

 

chioma dell’acacia

ravviata dal pettine del vento

graziosamente sfuggivano

riccioli di passeri cantori

 

 

Stazione

 

vidi la tettoia arcuata

quale bocca di gitana

allontanare un sigaro fumante

di treno in partenza

riaccostando alle labbra

il diretto in arrivo

finché sputò lontano

l’ultimo mozzicone

di in vagone merci

 

 

(Farfa)

 

 

Una poesia di Sandro Penna:

 

                 L’insonnia delle rondini. L’amico
                 quieto a salutarmi alla stazione.

 

L’inquietudine, annunciata perentoriamente, si placa con l’apparizione improvvisa di una figura umana che, all’inizio del verso seguente, accompagnata da un semplice aggettivo, ristabilisce calma, equilibrio.
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