8 agosto 2024

da | 8 Ago 2024 | Diario del re del bosco

Ah l’infanzia, innocente territorio dove nessuno può tornare! Mi ricordo bene la scuola elementare dove i miei genitori mi hanno mandato. Suore vicentine. Ci facevano fare le recite di fine anno ambientate sui campi di battaglia della Prima Guerra Mondiale. Noi maschietti indossavamo la divisa dei fanti, quelli che nella realtà si facevano massacrare al grido di «Savoia!», e infatti noi lo gridavamo convintissimi. Le bambine invece cantavano gli inni patriottici, del tipo: «E se non partissi anch’io sarebbe una viltà!».

Che stronzate. Ma c’è poco da scherzare. Un’educazione del genere ti fa crescere male e ti assicura gravi disagi psichici quando sei adulto. Io per un certo periodo della mia vita ho odiato gli austriaci e in un certo modo li odio ancora. Maledetti austriaci la pagherete cara, anche se non mi avete mai fatto niente di male. Me lo dice il cuore, qualcosa che è piantato nel centro del mio essere come una pianta velenosa e che niente e nessuno potrà estirpare.

Ma perché le suore ci impartivano lezioni di odio invece che di amore? E non lo sapevano che orrendo e insensato massacro era stato della prima Guerra Mondiale? Misteri della religione, cioè del cattolicesimo e per meglio dire del cattolicesimo veneto. Perché le suore sono sempre venete, non so per quale ragione.

 

 

 

Anni fa mi ritrovai a parlare, alla fine della presentazione di un libro,  con un gruppetto di persone a loro modo “originali”:  Valerio Morucci, Adriana Faranda, Giusva Fioravanti, tutti terroristi rossi e neri che avevano sulle spalle svariate condanne per omicidio. Il volume che era stato presentato riguardava la storia degli “anni di piombo”. Ad un certo punto provai una strana sensazione di disagio, d’imbarazzo, mi sentivo un intruso, uno che poi non aveva fatto nulla d’importante, perché mi rendevo conto che tra quelle persone, tutti miei coetanei, ero l’unico che non aveva mai ammazzato nessuno.