4 settembre 2024

da | 4 Set 2024 | Diario del re del bosco

 

Si deve parlare di cose belle e vere, ma poco, per non averne sazietà, e renderle rare e preziose, costringere il lettore ad aspettarle o andarle a cercare tra le futilità, assurdità e vere e proprie brutture che si leggeranno spesso nel mio diario, anche perché in effetti nella vita reale ci assalgono da ogni lato ed è impossibile non parlarne.

Parlerò perciò di un’altra opera di quella mostra indelebilmente rimasta nella mia mente di cui ho già parlato, cioè quella dove c’era la fotografia  del garofano dentro il culo. Stavo lì, in mezzo alla piccola folla di abituali frequentatori di inaugurazioni di mostre d’arte (pittori, critici, amanti dell’arte contemporanea e sperimentale, sfaccendanti ricchi sfondati, eccetera), e dopo essere rimasto un poco turbato da quell’opera forse immortale, mi sposto di qualche passo e rimango fulminato da un’altra opera, questa volta una piccola scultura, davvero enigmatica. C’era un modellino del Colosseo con dentro una fica, ma non una fica vera ovviamente: una fica perfettamente riprodotta che comunque un certo stupore lo suscitava perché sembrava quasi vera, con le grandi e piccole labbra in rilievo, un clitoride piuttosto pronunciato, ma così ben formato e sporgente che veniva voglia di sfiorarlo, di stringerlo dolcemente tra pollice e indice… Stava lì, la fica, dentro il Colosseo, ma a farci cosa? Bisogna pensarci bene, formulare ipotesi.

Forse il Colosseo, stando al centro di Roma, sta al centro del mondo, come si dice da sempre? Mah. Teniamolo però presente. Se una fica sta dentro al Colosseo vuol dire che la fica suddetta è al centro del mondo, diciamo dell’universo. Roma caput mundi. E va bè. Mi sembra fin troppo chiaro a questo punto. Io però non mi accontentai e, dopo aver formulato la mia ipotesi, mi diressi verso l’autore dell’opera stessa che poi era un’autrice, una donna che conoscevo da anni, una bravissima pittrice che non sapevo si dedicasse alle fiche dentro i monumenti storici e cose del genere. La raggiunsi e le chiesi delucidazioni, premettendo che sapevo benissimo che è molto ingenuo chiedere all’artista il significato dell’opera. Lei, che non era solo una brava pittrice ma anche una persona gentile oltre che una bellissima donna, mi rispose con una certa fretta perché era circondata da varie persone che parlavano con lei «È un abisso». Così mi rispose. «Ah sì, un abisso» dissi a me stesso allontanandomi, un abisso, certo, come non averci pensato subito, che idiota.

Impressionante quanta gente fosse andata a vedere quella mostra. E tutta queste quelle persone, mi chiedo a distanza di anni, cosa avranno pensato di quelle opere e soprattutto delle due di cui ho parlato e cioè Il garofano dentro il buco del culo e La fica dentro il Colosseo? Ma forse non pensavano nulla, o poco. Stando lì accanto alla piccola scultura di gesso dipinta di rosso, notavo che la gente dava uno sguardo distratto e poi passava oltre. Pochissimi si fermavano ad osservare, a contemplare l’opera. Transitavano fregandosene altamente di quella sorca, bernarda, patonzola, fregna dentro il modellino del Colosseo. Sospetto che volessero quasi esclusivamente partecipare all’incontro mondano, salutare, abbracciarsi e baciarsi, sorseggiare lo spumantino… E in effetti, a chi potrebbe importare di quella scultura? Mica la comprarono e la esposero in salotto. È chiaro che era soltanto una provocazione, destinata a durare per il periodo della sua esposizione nella mostra per poi finire in qualche ripostiglio. Magari invece l’hanno comprato e chissà quanti soldi hanno speso, alla faccia mia, chissà.

Fatto sta che non dimenticherò mai né il garofano nel culo né la fica dentro il Colosseo.