Come le persone al primo incontro lanciano un messaggio chiaro e preciso con la sola presenza fisica, e perciò volto e corporatura e colore dei capelli e vestito indossato ci dicono subito qualcosa del loro modo di essere, così i luoghi ci accolgono con la forma architettonica di una piazza, i colori e la luce del paesaggio, l’ampiezza dell’orizzonte, rivelando qualcosa dietro l’ apparenza stessa; e non è sogno, non è frutto d’ immaginazione quel primo saluto o annuncio che ci manda il luogo che ameremo, inconsciamente condiviso come succede nei “colpi di fulmine”, al primo sguardo. Il lago appare dietro a una curva, giù in fondo al cratere, circondato dal bosco: il sole scalda le foglie degli alberi che sembrano sciogliersi e macchiare l’acqua lievemente increspata, e così il colore verde si mischia all’ azzurro del cielo e al bianco immacolato delle nuvole. Io, che intanto mi sono fermato spegnendo il motore e tirando la Vespa sul cavalletto, dopo il primo impatto con tutta quella bellezza mi rendo conto del grande, incredibile silenzio dopo tutta la confusione sopportata per arrivare fino a lì. A poche decine di metri c’era traffico e gas di scarico e folla e rumori d’ogni tipo ma ora sembra che Genzano sia scomparsa dietro alle mie spalle. Alcuni uccelli volteggiano intorno alla magnifica visione o la tagliano da un punto all’altro in ripide picchiate.