31 agosto 2024

da | 31 Ago 2024 | Diario del re del bosco

 

Quasi parallela a via Salaria c’è una strada, via di Villa Spada che porta a Roma Smistamento, uno scalo ferroviario, dove i treni vengono riparati e puliti. Ha una storia vecchia questo posto. Negli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso era un grande centro di lavoro e di vita sociale. I ferrovieri abitavano qui, con le loro famiglie, soprattutto quelli che lavoravano nei capannoni e sui binari. Ancora negli anni Settanta e Ottanta era un luogo di lavoro importante per le Ferrovie dello Stato, che poi sono state svendute ai privati e smembrate. Ora è un luogo abbastanza triste, soprattutto per chi sa o ricorda il passato. Molte le case e i capannoni in rovina. Io lo conosco bene perché un amico ci abita da quando era bambino.

Un paio d’anni fa una Madonnina di terracotta, chiamata la Madonnina dei ferrovieri, venne rubata. Aveva un valore innanzitutto affettivo. Le signore anziane andavano in quella piccola aiuola dove stava la statuina per dire le preghiere, pe anche per incontrarsi.

Io pensai che fosse cosa buona e giusta andare a comprarne un’altra e rimetterla al posto di quella sparita. Accompagnato da Teresa e Pino, andai a prenderla in una rivendita di statue di vario genere a via Prati Fiscali e con non poca fatica la mettemmo al suo posto, col cemento. Molto contenti e soddisfatti del gesto. Ovviamente scattammo selfie con la Madonnina.

Trascorsi alcuni mesi, non si sa per quale ragione, l’aiuola della Madonnina venne recintata dalla lamiera, nascondendola. Una Madonnina segregata. Poi è rimasta così, e l’aiuola è diventata uno spazio per l’immondizia. Faccio notare che intorno alla statuina c’è una bellissima pianta di rose rosse. Io ogni tanto vado a parlare coi ferrovieri ma non ci sono più le Ferrovie dello Stato ma aziende private che hanno sedi altrove e alle quali non interessa certo una statuina della Vergine Maria. A maggio sono andato, nel tardi pomeriggio. C’era uno spiraglio attraverso il quale ho potuto vedere la Madonnina e le bellissime rose, intorno al cumulo d’immondizia. Al tramonto l’immondizia è sparita come d’incanto dalla scena ed è rimasta soltanto la statuina e le rose accese dalla luce del sole che tramontava. Non c’è modo di passare attraversi le lamiere che la imprigionano, si può vedere questa cosa bella soltanto attraverso una fessura. Meglio così, diventa ancora più bella e più preziosa, e poi sta lì come un monito contro la suprema stupidità umana.

Oggi ci torno con Pino, che abita proprio accanto, in questo giorno di fine agosto.