Chiamatemi Ismaele, anzi no: re del bosco.
Certo, è un gioco, voglio giocare perché non ho niente da fare e perciò ho deciso di scrivere questo diario, ma in fondo è un’appellativo che meriterei, per l’amore che ho per il lago di Nemi, per la dedizione a voler denunciare lo scandalo della villetta abusiva… Dunque sì, anche senza ammazzare nessuno, mi autoproclamo il nuovo re del bosco. Alla faccia di chi mi odia (poiché, per quanto risulti assurdo e incomprensibile a una persona pacifica e appartata come me, c’è qualcuno che non ha di meglio da fare nella vita che odiarmi.
Anche se forse non è proprio odio, forse esagero. Diciamo che provano una certa insofferenza per come sono, per come penso. Si scandalizzano perché dico la verità su certe cose, e chi dice la verità dà fastidio, getta allarme, mette in crisi.
Basterebbe fare l’esempio della faccenda del teatro del duello e della villetta abusiva. Ce ne fosse stato uno, tra giornalisti archeologi scrittori sindaci sovrintendenti che abbia detto una parola, dico UNA. Di cosa hanno paura? Sono isolato, tenuto a distanza di sicurezza. Va bene, non importa. Forse è meglio così. Sto bene in questa solitudine, e pazienza per lo scandalo dell’abuso edilizio. Quello che dovevo fare l’ho fatto.
Si scrive dei, dèi, oppure Dei con la maiuscola? Nella prima edizione delle Upaniṣad antiche e medie, curate e tradotte da Pio Filippani Ronconi, si legge Dei. Nella nuova edizione, gli Dei misteriosamente svaniscono, sostituiti dai pochi significativi dèi. Diranno che ci cono ragioni linguistiche eccetera ma ci deve essere una motivazione ideologica. Giusto così. Gli Dei, cioè i Deva dei testi induisti, gli esseri di luce o come volete chiamarli, devono vivere nell’ombra, oscurati e sconosciuti. Soltanto l’unico Dio merita la maiuscola, a quanto pare, e magari sarà pure vero che esiste soltanto Lui (con la L maiuscola, ovviamente), eppure non è giusto sminuire, stravolgere, ignorare ciò che è vero per altre persone, per altre religioni e culture.
Che poi mi piace essere Re, e che cavolo! Povero, solitario, sconosciuto, ma Re del Bosco! Questa mi piace! E vai!
Aggiungerò al sito le prime pagine della mia Piccola dea. Così almeno qualcuno le leggerà. Per il resto del libro, vedremo. Ci potrebbe essere un editore interessato, oppure potrei stamparlo a mia spese e venderlo qui. Ho anche l’idea di mandarlo soltanto a chi se lo merita e a chi desidera leggerlo con tutto il cuore. Sì, potrebbe essere una buona idea. Ma chi lo meriterebbe? Non so, forse a chi lo pagasse bene, ma quanto dovrebbe pagare un libro del genere, diciamo anche unico, un capolavoro, per essere modesti, umili fino alla denigrazione di se stessi? 50 euro, 100 euro, 300 euro? No, non si può monetizzare, è assurdo. Forse ci potrebbe essere un pagamento in natura: 10 bottiglie del migliore champagne, auto di lusso, venticinque escort meravigliose, un biglietto d’aereo per il Tibet… Ma no, no, che sto dicendo, sono impazzito? Io darei la mia Piccola dea soltanto alla persona meritevole per le sue qualità intellettuali e morali, a una persona che volesse diventare mia amica e che me lo dimostrasse in qualche modo. Sì, finalmente, un autore che sceglie i suoi lettori privilegiati, ad uno ad uno. Basta con queste attese da editori, agenti letterari eccetera, basta! Adesso decido io!