28 novembre 2024

da | 28 Nov 2024 | Diario del re del bosco

 

Dunque il mondo dei libri, della cultura, oggi, che cosa è? Una persona colta, curiosa, che va in cerca, che esplora il mondo intero con il suo PC, che si infila nei siti delle università di ogni Paese, che può avere la traduzione istantanea da lingue che non potrebbe conoscere mai o conoscerle male, tutte le lingue possibili e immaginabili in una frazione secondo con l’applicazione che traduce quasi perfettamente cinese, russo, portoghese brasiliano, afrikaans, albanese, arabo, basco, creolo haitiano, malese, indonesiano, hindi, khmer, eccetera eccetera, una magica applicazione che comunque permette di comprendere il contenuto di ciò che viene pubblicato in internet. Ci sono persone, professori di sanscrito che vanno in Kashmir, trovano in un villaggio un antico manoscritto e lo riportano nella loro università, mettiamo Oxford, nel proprio dipartimento di Studi Orientali, lo traduce e lo mette a disposizione di chiunque. Dunque una persona curiosa e colta può leggere tutto ciò che gli interessa con pochissima difficoltà (certo le cautele ci vogliono, non si può prendere ogni testo come oro colato, bisogna distinguere, valutare e studiare). Poi se vuole può usare la propria stampante per leggerli sulla carta, e magari se li fa rilegare bene e si fa un libro come gli pare e si poi lo legge a letto, a lume di candela, in santa pace.

Perciò le cose sono cambiate. Per quanto riguarda in maniera specifica la cosiddetta letteratura (romanzi, racconti, poesie, saggi critici), i filtri, le mediazioni, le riunioni di redazione, le raccomandazioni, l’ambiente letterario, le amicizie più o meno interessate, non esistono più realmente, quello che rimane è lo strascico di cose antiche. Ci sono, soltanto in Italia, migliaia di case editrici per libri che non si sa chi leggerà, forse gli autori stessi che fondano case editrici per pubblicare i propri testi, e li vendono a persone che hanno fondato altre case editrici per stampare altri testi, e si forma così un sottobosco che prima era provinciale e invece adesso è nazionale, anzi mondiale, perché dappertutto succedere la stessa cosa. Cambiano le dimensioni della cosa, ma rimane la stessa. se uno legge (ovviamente in internet) riviste letterarie americane, come ad esempio  la Literary Hub, vede che anche lì c’è un giro di libri impressionante. Ma lì è gigantesco, perché riguarda gli interi Stati Uniti, e ci sono recensioni, editori, polemiche su romanzi e racconti e poesie che saranno letti da milioni di persone, o forse centinaia, o forse pochissime, perché le persone veramente interessate a un libro saranno poche decine, le altre leggono superficialmente, per noia, per compiacere l’amico o l’amico. E poi dipartimenti di letteratura delle università di tutti gli stati americani, professori romanzieri del New Hampshire,  poeti appena premiati alla fine del corso di scrittura creativa della Pennsylvania, veramente “maledetti”, che si drogano di notte ma sono sempre stati puntuali alle lezioni dello scrittore pluripremiato, Paul Beatty, abbastanza famoso, però più in New Jersey che in Pennsylvania perché lì uscì a suo tempo un romanzo di mille pagine pubblicato da una casa editrice abbastanza importante e lui infatti andò pure in televisione alla CBS per essere intervistato da Irving Babbitt, critico letterario, romanziere, poeta con cattedra all’università di Sacramento, in California.

Dunque un caos indescrivibile, irrimediabile. Poveri noi. E povera la mia piccola dea, sommersa da questa montagna di libri. Che fine farà quando non ci sarà più io a difenderla, a custodirla? Un giorno un critico la ritroverà nel ripostiglio di casa sua, il volumetto pubblicato a mie spese, tutta impolverata, la leggerà e ci scriverà sopra un saggio critico, un editore importante (una sigla di un gruppo editoriale, diciamo l’Einaudi del Gruppo Mondadori) la pubblicherà, sarà un grande successo e i miei parenti si beccheranno un sacco di soldi. Oppure, più probabilmente, resterà nel ripostiglio.

Però alla fine sarà stampato, tra un po’ di tempo, a cura del tempio dedicato a Śiva, a Katmandu in Nepal, dove potrà essere acquistato, o forse ancora meglio sul pianeta Swargaloka, o chissà, su Vaikuntha, o magari Kailasha.