27 ottobre 2024

da | 27 Ott 2024 | Diario del re del bosco

 

Oh sì, la luna nuova di questa alba di autunno!

Sulla linea delle colline, sorge ad est il chiarore che meglio conosciamo, che abbiamo visto e rivisto, descritto e catalogato in tutto ciò che abbiamo scritto, in poesie di quattro versi o lunghi poemi, negli estenuanti resoconti ad amici durante le fredde e piovose serate d’inverno quando è il momento della confidenza, dell’intimità, della ricerca di un comune sentire, dunque di un comune vedere. Ma il neroblu della notte risponde tutto intorno: insiste, non retrocede e pare voglia respingere nemmeno per un solo istante ed annullare una volta per tutte quel tenue miscuglio di luci, come se fosse possibile impedire all’alba di non imporsi nel cielo. È una battaglia in aria.

Il buio resiste: neroblu contro gialloazzurro… è pieno il cielo di diversi modi d’intendere la luce. (Noi, che assistiamo allo spettacolo ogni volta avvincente, cambiamo repentinamente gli stati d’animo poiché ogni sfumatura ci scava dentro). Finalmente giunge una specie di arancione, molto denso, deciso, e trova posto vicino all’azzurro. Vuol dominare la scena? Sì, no, e chi lo sa… però si trasforma presto in un rosso di fuoco che pretende tutto lo spazio circostante e anche lo spazio nostro profondo.

Allora noi voltiamo lo sguardo e rimaniamo sorpresi da questa luna che ieri, sì, proprio ieri sera, pareva assente, nascosta dietro alle nuvole,  che sono i paraventi del cielo c preservano i pianeti e gli altri remotissimi astri per le ore di meraviglia e di estasi. Non l’avevamo notata, nemmeno pensata, quella luna. Sarebbe ingiusto dire che perciò non esisteva? Certamente, perché tutto esiste anche se non appare ai nostri occhi. E chissà com’era. Una luna non è mai uguale all’altra, giusto?

Le notti e le giornate si avvicendano continuamente, eternamente: il lavoro, la famiglia, gli affetti… e la terra ci manca sotto i piedi perché il senso di tutto ciò, come il tempo, ci sfugge. Non siamo più capaci di distinguere un giorno dall’altro. Soltanto alzando gli occhi al cielo, davanti a questa grande messinscena dell’alba e della luna, ripetuta ogni volta ma sempre diversa, ci rendiamo conto che oggi è oggi e che ieri era ieri. Scopriamo cosa siamo adesso, e cosa vogliamo davanti al giallo, al rosso, all’azzurro prima delicato e poi solenne e poi imperioso che alla fine vince su tutto il resto. Ritroviamo qualcosa di sensato, di ragionevole in questo trascorrere del cielo da un colore all’altro. Ogni luce ci fa ritrovare, ci fa comprendere un pezzetto della nostra oscurissima vita.

Luna nuovissima e insolita, tu rinnovi i nostri cuori, eh sì, i nostri cuori ancora giovani, e per sempre!