Tocca abbozzare, questo si sa. Nella vita, nell’amore, negli affari… ah, scusate, dovevo prima spiegare che abbozzare in romanesco significa accettare ciò che capita, rassegnarsi agli eventi negativi. Tocca abbozzà, devi abbozzà… E così si tira avanti, si vivacchia, si passano i giorni, gli anni, i secolo, i millenni. Perché abbozziamo, rassegnati, per sempre.
E se non abbozzassimo? Questa è una cosa che non ho mai preso in seria considerazione. Sarebbe la rivoluzione, la rivolta, la rinascita. Rivoluzione interiore, s’intende. Non mi sono mai piaciute le rivoluzioni politiche e sociali. Vanno sempre a finire male. Ci si rimette. E chi poi ci rimette? Quelli che le fanno, le rivoluzioni. Chi sale sulla barricata. Chi si fa spaccare la testa dal poliziotto.
Altri invece magari ci guadagnano. Quelli che vengono dietro, che rimangono in seconda fila. Quelli che prima vedono come va la faccenda e poi… Sono quelli che comanderanno, alla fine.
Chi muore e chi vive, chi resta indietro e chi fa carriera. È sempre stato così e sempre lo sarà.
Me li ricordo bene, io, quelli che ci guadagnano a fare la rivoluzione. Anche piccole rivoluzioni. Stavano a vedere come andavano le cose. Ora fanno gli avvocati, i medici, i pubblicitari, ovviamente ai piani alti…… Non hanno preso una sola manganellata.
Ne ho incontrato uno recentemente. Aveva uno sguardo un po’ vuoto. Un bel po’ di pancia. Vive abbastanza serenamente. Non ha mai chiesto molto dalla vita. Un realista, diciamo, mica un illuso, un ingenuo, un idealista.
In fondo è una questione di carattere. Chi voleva proprio bruciarsi ad ogni costo, l’ha fatto.
Io, come al solito, non vedevo senso nella lotta. Osservavo. Non mi pareva il caso di impegnarsi tanto per un cambiamento che non sarebbe avvenuto mai. Ero filosofo fin da ragazzino. Ero contro la vita. Ma in nome di che cosa?
La rinuncia, la disillusione, il sorriso amaro… ero vecchio rispetto ai miei coetanei rivoluzionari o finti rivoluzionari. I primi avevano una gran fretta di morire, i secondi la fretta ce l’avevano sì, ma di fare carriera. Io non avevo voglia né di vivere né di morire. Ero sospeso nel vuoto. Il problema era abbozzare, prendere la vita così com’era.
Ho abbozzato, infatti. Ed eccomi ancora qui. E vi pare poco?