24 settembre 2024

da | 24 Set 2024 | Diario del re del bosco

 

Ringrazio Dio (se esiste) per avere l’opportunità di scrivere questo Diario. Che libertà! Che cosa meravigliosa poter scrivere senza rendere conto a nessuno. Non so se le persone che non hanno mai lavorato nell’informazione o nell’editoria possano rendersi conto della mia soddisfazione.. Io ne ho passate di tutti i colori. Tutti ne passano di tutti i colori facendo qualsiasi lavoro se vogliono mantenere un poco di dignità e di autonomia nelle scelte “professionali”. Ma nei giornali, alla radio, presso un editore, non si tratta semplicemente di eseguire bene un compito, come in tanti altri tipi di lavoro: bisogna metterci il cervello, per dire qualcosa di vero o di falso, con un poco di anima, insomma. Per questo ci si può trovare in situazioni spaventose. Io, per dire, ho lavorato anche nella pubblicità (che, per certi versi, è l’ultimo gradino dell’informazione), presso agenzie importanti, internazionali, come ad esempio la famosissima Saatchi&Saatchi. (Della mia esperienza nella pubblicità ho già parlato in una precedente pagina del Diario). Il direttore creativo della filiale italiana della suddetta Saathi&Saatchi era un tipo simpatico, non c’è alcun dubbio, e avrò per lui eternamente gratitudine per avermi preso a lavorare senza raccomandazioni, cosa alquanto strana in Italia, no? Mi presentai una mattina, e dopo un colloquio mi disse che potevo cominciare a lavorare quella mattina stessa, così, su due piedi. Veramente bravo. Però ho dovuto accettare di pubblicare annunci assolutamente farneticanti. E non erano nemmeno necessari. Cioè, se per vendere un cazzo di prodotto bisogna scrivere una cosa brutta e completamente idiota, va benissimo, è lavoro, e poi è tutto anonimo, nessuno saprà mai che hai scritto tu quella stronzata. Però, cavolo, non fatemi impazzire a trovare una cosetta appena appena migliore se poi è inutile perché decidere voi, giusto? Come sempre, lì e in ogni altro lavoro che ho fatto, vedevo la maggior parte dei colleghi adattarsi perfettamente.

Al quotidiano la Repubblica, quello dei bei tempi andati, quando portavo al caporedattore della redazione cultura la mia brava recensione di un libro scritta su un foglio battuto a macchina (con la Olivetti Lettera 22), le cose andavano meglio, certamente, però non si potevano esprimere giudizi liberamente, nemmeno su libri palesemente orribili, figuriamoci poi su quelli pubblicati da editori che gravitavano in un modo o nell’altro intorno al giornale, che forse appartenevano alla proprietà del giornale stesso. Dunque era assurdo pretendere di dare un giudizio vero. Infatti poi mi cacciarono via, limortacci loro.

Evitiamo poi di parlare della Fazi Editore., farò solo un accenno. Mi pubblicarono la prima versione della Piccola dea, e questo rimane una cosa bella che non dimenticherò mai, ma poi mi inguaiarono con un libro e una situazione che mi fece impazzire letteralmente. Ma questa storia sta nel libro della Piccola dea, non si può leggere nelle prime pagine che ho messo in mostra qui. Chi vuole conoscerla dovrà procurarsi il libro intero, e io non so ancora se troverò un editore o lo offrirò in vendita su questo mio sito.

Qui scrivo per i pochi e per buoni. Li possono nominare per nome: Angelo, Mina, Cristina, Teresa, Alberto 1, Alberto 2 (in ordine di apparizione), Giovanni, il marito di Cristina (forse), e pochi altri, E del resto a chi potrebbe interessare ciò che scrivo? Dimenticavo mia cugina soprannominata Faffa. A lei tengo molto, e ancora non gliel’ho detto che esiste il Diario. Insomma, siamo in famiglia. Queste persone mi hanno scritto letterine (email) così belle che giustificano questa follia di scrivere ogni giorno il Diario del Re del bosco. Che sarei io, lo sapete, no? Mi sono autoproclamato Re del bosco. Ironicamente, certo, non sono diventato completamente pazzo, almeno non ancora.

Re di un mondo tutto mio, immaginario. Ma dove svolgo il mio mestiere regale? vi chiederete. In un bellissimo luogo, che per sua natura è sospeso tra realtà e sogno: sulle rive del lago di Nemi, e dentro il suo bosco formato da innumerevoli alberi e piante: il leccio (Quercus ilex), il rovere (Quercus petraea), la roverella (Quercus pubescens), l’acero campestre (Acer campestre), l’agrifoglio (Ilex aquifolium), il biancospino (Crataegus monogyna), la ginestra odorosa (Spartium junceum)…