A Roma, poiché i soldi per le cose necessarie sono sempre pochi, si vedono in giro ancora i vecchissimi e malandati camion dei Vigili del Fuoco costruiti negli anni Sessanta. Davvero, avranno almeno cinquant’anni. Perciò sono identici ai camion dei pompieri con cui giocavo da bambino, che erano stati progettati e realizzati dalle aziende dei giocattoli a imitazioni di quelli veri. Così i camion veri di adesso sembrano le riproduzioni perfette dei miei giocattoli! Identici ai modellini, soltanto un po’ più grandi: automobiline giganti!
Fievole, quasi impercettibile la voce dell’amata, accanto a me nella penombra. Poi mi dici: «Ma perché stiamo parlando così piano, si può sapere?».
Siamo presi dalla sera che scende lentamente e dall’amore, ecco perché. Avvertiamo verso sera questo respiro leggero delle cose, lo sentiamo come un soffio sulla pelle.
Poi non diciamo più nemmeno una parola, felici di svanire insieme ad ogni cosa, nella sera.
Parlerò adesso, semplicemente perché non ho altro da fare in questo tetro pomeriggio di agosto, con notizie allarmanti e caldo insopportabile, di due artisti molto differenti tra loro ma che hanno in comune una cosa che svelerò soltanto alla fine di questo breve saggio che sicuramente sarà giudicato con parole osannanti dalla critica e figuriamoci poi come reagirà lo sterminato pubblico dei miei lettori: Bob Marley e Alessandro Manzoni.
Cominciamo da Bob.
Egli s’impenna sollevato dalle note più alte della sua stessa voce e scivola e rotola sui suoni della chitarra solista e del basso finché giunge finalmente alla conclusione del brano e della sua stessa vita, laggiù. Oh sì, ora Bob sta cadendo nel baratro, lo capisco bene: questo sarà la sua ultima canzone poiché il cancro avanza nella gola anche se lui, per fortuna, non se ne preoccupa troppo. Al Buio Silenzioso non ha mai fatto caso. Non ne ha mai avuto paura e non è mai andato a un funerale in vita sua. Così ha detto nelle interviste. Infatti anche adesso, con le flebo nelle vene e le infermiere intorno, guardatelo come corre e salta sul grande palcoscenico della vita!
Eppure cadi, Bob, ecco, stai cadendo…
Distratto dai preparativi per l’ultimo viaggio, hai dimenticato di salutare i partecipanti all’ultimo banchetto in tuo onore. Innanzitutto, c’è il sottoscritto. Che non ha altro merito che quello di averti ascoltato in cuffia nei lunghi pomeriggi invernali, quando si avverte con un senso di vertigine che tutto cambia lentissimamente e che ciò è ineluttabile. Salgo sulla lunga tavola imbastita a ballare insieme a Peter Tosh, ai tuoi innumerevoli figli sparsi per il mondo, alle tue ex mogli e a tutte le tue amanti, ai mariti traditi, ai poliziotti giamaicani che fumano erba… Tutti insieme a festeggiare l’inizio del tuo viaggio verso l’infinito. Perché non vogliamo piangere ma danzare, danzare, danzare…
E ora passiamo ad esaminare il grande, importantissimo scrittore italiano, Alessandro Manzoni.
Non ho mai avuto il coraggio di dirlo, né tanto meno di scriverlo in quei temi del cazzo che mi davano a scuola, ma questo scrittore mi ha sempre annoiato mortalmente. Ad esempio, quella famosa poesia (Ei fu. Siccome immobile/dato il mortal sospiro…) io l’ho sempre odiata. Mi sembra retorica e veramente scema. Per quanto riguarda I promessi sposi voglio far notare soltanto una cosa: è un bel romanzo, certo, ma che figura ci fa se lo mettiamo a confronto con le opere dei suoi contemporanei Hugo, Stendhal, Balzac, Dostoevskij, Melville, Dickens? Quei signori li ammiro incondizionatamente, anzi li adoro, mentre per Manzoni provo sì molta soggezione, come davanti a un monumento, ma non amore. E questo per colpa sua, credo, non soltanto mia. Anche Hugo, ogni tanto è un po’ trombone, vanitoso, magniloquente, e forse anche lui scriveva pensando che un giorno sarebbe stato studiato a scuola, però Alessandro (Alex per gli amici) in trombonismo lo batte dieci a uno. Mi dispiace, ma spesso il Manzoni (con l’articolo “il”, come appunto si fa coi grandi scrittori) proprio non lo reggo.
Esagero? Dico questo a causa delle mie esperienze scolastiche del tutto negative? Posso ammettere che la scuola renderebbe noiosa anche la cosa più bella del mondo. Però non credo che nessuno, nemmeno il peggiore degli insegnanti, riuscirebbe a rovinare un romanzo di Victor Hugo.
Va bè, ma tutto questo che diavolo c’entra? Cioè, che c’entra Alessandro Manzoni con Bob Marley? Per via delle orecchie. L’avete mai notato? Se prendete un ritratto di Manzoni e l’avvicinate a una qualsiasi foto di Marley, vi renderete facilmente conto che la forma delle loro orecchie è identica. Non ci credete? Fate la prova.
Certo, soltanto uno veramente alterato psicologicamente può fare un paragone del genere. Manco mi fossi fatto un cannone che nemmeno il vecchio Bob!
Alessandro Manzoni e Bob Marley! Cose da pazzi!