Cercando di orizzontarmi mi persi invece nei sentieri intorno al lago, tra i campi e le serre di fragole per le quali il paese di Nemi è famoso ma non mi persi d’animo, e soltanto un poco di riposo mi concessi prima di riprovare a cercare il santuario, sostando qualche minuto ad osservare uno struzzo (Struthio camelus) rinchiuso in un recinto vicino alla riva, che se ne stava lì chissà per quale ragione, forse unico esemplare di un allevamento. Camminava in su e giù davanti all’ acqua, proveniente da un altipiano del Sahel o dal Corno d’Africa oppure dall’ Australia ed ora condannato a contemplare il bosco e il lago, lo svolgersi eterno delle giornate e delle stagioni sentendosi forse estraneo ad ogni cosa, quanto me lontano dalla Natura di cui dovrebbe invece far parte senza incertezze. Può darsi si chieda con sgomento il senso di quel paesaggio e la ragione delle sue immobili ed interminabili ore trascorse in quel recinto invalicabile, eppure non esprime i suoi interrogativi, meditai, o forse li esprime soltanto agli altri animali ma certo non li comunica al sottoscritto che pure sta provando sincera compassione non soltanto per lui, lo struzzo sequestrato nel recinto, ma per se stesso e per tutte le creature viventi imprigionate nel mondo e nell’universo intero…