21 gennaio 2025

da | 21 Gen 2025 | Diario del re del bosco

 

Carla invecchia ma tanta fame ha ancora

Di bei ragazzi, di fresca gioventù, d’estati al mare,

Quando bastava un cenno per scatenare Amore.

Però i ragazzi romani, mai pigri in fatto di donne,

Lungo via del Corso non le dicono sconcezze all’orecchio,

Non la fissano negli occhi a piazza Navona,

Non le dicono più, quando passa in Campo de’ Fiori

Sotto Giordano Bruno che alto e fermo se ne sta:

Ma quanto sei bona!…

Non mi dicono niente i ragazzacci, dice a se stessa.

Eppure non sono un rudere: i miei fianchi

Sono un po’ ingrossati, ma il mio sedere

È sempre un’attrazione!

Il seno non cade mollemente e le mie cosce,

Le celebri e pericolose cosce,

Possono fare ancora vittime illustri!

Non parliamo poi della pelle,

Vellutata e odorosa,

Sembra quella di una ventenne!…

Carla tiene molto al suo fantasma giovanile;

Lo sovrappone a se stessa, per nascondersi e mutarsi.

O verità sanguinante della gioventù e dell’invecchiamento!

Nessuno ad essa può sfuggire, ma Carla

Scalpita come un cavallo, tira le redini,

Vuole scrollarsi di dosso gli anni.

Noi li vediamo i fianchi più rotondi,

Le rughe intorno agli occhi, eccetera eccetera.

Però ammiriamo la sua lotta, impari e solitaria.

Non arretra di un solo passo, davanti allo specchio:

Solo quel ciuffo da tingere, roba da poco.

Quella giovane donna che vede riflessa

Non invecchierà, non scenderà a patti con il Tempo,

Mai, eh no, mica è scema!

Una riga di rimmel può bastare,

E poi giù per le scale, veloce come il vento!

Il portiere, che sta lavando il pavimento,

La guarda saltellare come una bambina,

E quasi scoppia a ridere: per educazione si trattiene.

Quando Carla ha voltato l’angolo ed è scomparsa,

La risata dell’uomo finalmente prorompe.

Ma la ragazza uscita dallo specchio, la ragazza eterna,

È già lontana, e molto felice.