20 agosto 2024

da | 20 Ago 2024 | Diario del re del bosco

Ho trovato un altro morto ammazzato di cui occuparmi, evviva! Questa volta non ho trovato una targa, veramente è una specie di edicola lungo il sentiero che parte da un’azienda agricola, la Cesarina, e s’inoltra tra i campi. Siamo nel cosiddetto Parco della Marcigliana. Di solito vado in Vespa a fare un giretto dalla parte del parco più vicina alla Salaria, ma una pattuglia di vigili, giorni fa, mi ha impedito l’accesso alla strada (non si capisce per quale ragione), allora sono andato in direzione Nomentana, mi sono fermato e ho camminato nei campi. Quanto voglio bene a quei vigili che mi hanno impedito di raggiungere il mio solito posticino dove contemplare il tramonto e fare due passi! Qui, davanti alla Cesarina (che io conosco benissimo perché ci abitava la madre dolcissima di un mio parente e una volta ero andato a trovarla: luogo di altri tempi, case di contadini ma molto ben fatte, un cortile dove giocavano i bambini e davanti i campi coltivati…), c’è un rimasuglio di campagna romana che io non conoscevo! Ci sono le allodole che da tanto tempo non vedevo e non ascoltavo!

Insomma mi sono incamminato e ad un certo punto del sentiero ho trovato questa edicola mal ridotta, completamente abbandonata con un nome scritto sul cemento: STEFANO e una foto. Il caso ha voluto che proprio mentre sostavo lì davanti è passata una signora che stava facendo la sua passeggiatina pomeridiana, e le ho chiesto notizie. Trent’anni fa circa quel ragazzo è stato ucciso per questioni di droga. Piccoli spacciatori di borgata, però questo Stefano (nella foto si vede un giovanissimo) deve essersi messo nei guai seri. La signora ha detto che l’hanno pugnalato e lui è morto qui. La signora è andata via e io sono rimasto a pensare a Stefano e a chi ha messo questa edicola e come mai è abbandonata.

Povero Stefano. Mi venivano le lacrime agli occhi. Il sole piano piano è tramontato, le allodole si muovevano in aria e sull’erba dove hanno i nidi.

Così ieri, verso sera, sono tornato e ho portato una bella piantina di rose e ho rimesso in sesto l’edicola. Per fortuna Stefano adesso è nell’eternità, non gli importa nulla di edicole e fiori e assassini. Però per fortuna ho un nuovo amico, anche se morto e pure ammazzato.

E fanno tre, con l’iraniano  e il giudice. Verrò presto a innaffiare i fiori, fa caldo adesso e la piantina ha bisogno di acqua. Ci porto pure Teresa. Anzi, può venire chiunque, sono invitati tutti i miei lettori. Si potrebbe anche organizzare una gita nella quale si vanno a visitare i vari morti ammazzati. Magari faccio pure pagare un biglietto… No, scherzo, il biglietto no. E poi chi ci viene a visitare i morti? I vivi hanno altre occupazioni, soprattutto adesso, stanno in vacanza, al mare, in montagna, oppure  sono in viaggio. I vivi sono fatti così, bisogna capirli. Poi ognuno di loro, dico dei vivi, ha i suoi morti, cioè familiari, amici, mica si può pretendere che la gente si metta a pensare pure ai morti degli altri e per di più ammazzati. Allora ci penso io. Come già ho scritto in questo mio Diario, ci sto benissimo insieme ai morti. Se poi sono morti ammazzati, ancora meglio. Mi fa male l’ingiustizia, la violenza. Cerco per quanto posso di rendere omaggio a queste povere persone che hanno subìto un torto assai grande, cerco di riparare, anche se è cosa inutile, a meno che non si creda (ma ce ne vuole per crederlo…) che un gesto di simpatia e un omaggio possano servire a qualcosa, come una luce che si accende nella tenebra, un messaggio per mondi sconosciuti.

Tra l’altro, da lì si vede, verso il tramonto, uno spettacolo: quando il sole sta per tramontare, i raggi del sole colpiscono le vetrate delle case di Grottaferrata e più su di Rocca di Papa, sul Monte Albano. Piccoli fuochi si accendono per qualche attimo. E poi lì dietro c’è il lago di Nemi, e il Santuario di Diana e il teatro dove si svolgeva il duello del re del bosco!

 

 

 

Voglio ancora ringraziare i vigili. In missione speciale da parte di Dio, senza saperlo, ovviamente. Angeli custodi in divisa. Prima di andare da Stefano, ieri sono tornato sulla strada chiusa al traffico, quella che raggiunge la Salaria da via della Bufalotta. La strada sta benissimo, l’asfalto è in ottimo stato, non si capisce il motivo di questa interruzione. Però un mio amico di zona, molto bene informato su ciò che succede intorno a Montesacro, mi ha rivelato che forse hanno chiuso la strada per impedire il ritrovo dei gay ad un certo punto del percorso. Possibile? A Roma è tutto possibile, anche una cosa insensata come questa, non mi stupirei se fosse vero. Sembra che i proprietari dei terreni e delle poche case coloniche, abbiano protestato. Che poi conosco benissimo quel posto. Seguendo quella strada, dopo una centrale elettrica (una volta era dell’Enel) si arriva a una collinetta dove si può godere di bei tramonti in questo pezzo di campagna romana rimasto, che è appunto quello tra la via Salaria e la via Nomentana, poco dopo Cinquina e la Bufalotta, che viene chiamato Parco della Marcigliana. Io da molto tempo mi fermavo per andare a vedere da vicino una grande e bellissima quercia secolare e poi tornare sulla strada per vedere il tramonto. Proprio quello è il ritrovo dei gay! Io avevo visto strani movimenti di macchine, avevo capito la faccenda ma non me ne curavo. Alcune volte c’era stato anche qualche tentativo di approccio ma io avevo gentilmente ed educatamente rifiutato. Facendo poi la figura di quello che se la tira. Uno infatti m’ha detto, una volta che già il sole era tramontato ma io continuavo a passeggiare: «Ahò, e che ce l’hai solo tu? Anvedi questo che fanatico!». E in effetti, chi poteva credere che andassi esattamente nel ritrovo dei gay a guardare il tramonto? Ma io che ne sapevo! E quando me ne sono reso conto che me ne importava? Ognuno si faceva i fatti suoi e tutto scorreva tranquillamente. C’era bisogno di interrompere una strada per impedire a liberi cittadini di Roma di fare le ammucchiate in posti assolutamente solitari e fuori da sguardi indiscreti? (Chissà poi se c’è stato davvero questo provvedimento).

Mah, fatto sta che, impedendomi di raggiungere il luogo degli incontri gay,  i solerti vigili urbani mi hanno fatto scoprire l’edicola dedicata a Stefano. Tante volte succede così. I solerti vigili urbani mi hanno spinto verso la felicità. E talvolta succede anche per questioni più gravi e importanti: il Male opera in favore del Bene. Proprio come si legge nel Faust di Goethe: «Dunque chi sei tu infine?». «Io sono parte di quella forza che eternamente vuole il Male ed eternamente opera il Bene».