Oroscopo del giorno 19 settembre 2024, che sarebbe interessante ascoltare in certe rubriche radiofoniche o sul Messaggero.
Ariete. Giornata di merda. Meglio che vi andate a nascondere. Le stelle dicono che sarebbe meglio espatriare, e maglio ancora trasferirvi in un altro pianeta. Qui la vostra vita è un casino, un imbroglio, una deplorevole illusione.
Bilancia. Meglio suicidarsi subito.
Vergine. Le conseguenze catastrofiche della vostra giornata derivano dal semplice fatto che fate profondamente schifo, e lo sapete fin troppo bene. Infatti farete schifo non soltanto oggi, ma anche domani e dopo dopodomani, fino alla fine dei vostri giorni, ormai prossima.
Cancro. Basta il nome. Andate in ospedale, ma sarà inutile.
Scorpione. Se non vi hanno già fatto il T.S.O. (Trattamento Sanitario Obbligatorio) è soltanto perché le persone che vi circondano hanno pietà di voi, dei vostri problemi psichici che non avranno mai una soluzione.
Toro. Segno di terra. Terra bruciata, e se ne rimane ancora un poco tra un incendio e l’altro, bisogna bruciare pure quella.
Sagittario. Non pervenuto.
Gemelli. Una giornata di merda, pure per voi. Peggio di quella di ieri. Meglio non parlare di quella di domani….
Leone. Una vita meravigliosa. Comincerà da oggi. Ricchezza, felicità, fortuna, salute. (Non è vero).
Ah, l’infanzia, magico territorio che si vorrebbe percorrere di nuovo, e per sempre!
Ricordo l’ultima partita del campionato di calcio interno alla scuola elementare gestita dalle suore, dove i miei genitori mi avevano mandato su suggerimento di una persona che consigliò vivamente quell’istituito religioso dove le suore, aveva detto a papà e mamma, sono molto colte e competenti e sanno educare i bambini con dolcezza ma anche talvolta con un poco di severità, se necessario. Un grande pedagogo, senz’altro.
Il campionato era durato lungo l’intero anno scolastico. Ora si era arrivati alla sfida decisiva tra la mia squadra, la 5°A, e quella che contendeva il nostro primato e la vittoria finale, cioè la 5° C. Io ero il capocannoniere con ben trentasei gol realizzati. Avevo l’istinto del goleador, una specie di Gigi Riva di dieci anni.
Infatti dopo pochi minuti realizzai il primo gol e poi subito un altro. Che felicità vedere entrare la palla nella porta avversaria, gridare di gioia con tutto il fiato, ricevere l’abbraccio dei compagni…
Alla fine del primo tempo il risultato di 2-0 faceva presagire un sicuro successo. Però, imprevedibilmente, nel secondo tempo un tiro abbastanza facile da parare entrò nella nostra rete. E poi un altro, altrettanto facile. Il nostro portiere, solitamente molto affidabile, incomprensibilmente e improvvisamente era diventato una “schiappa”. A tempo quasi scaduto la squadra avversaria segnò un altro gol, e vinse la partita e perciò il torneo.
Grandissima delusione per me. Ero il goleador del campionato, non so se mi spiego, ed ero sicuro che avrei vinto il campionato.
Alcuni anni dopo incontrai per caso un ragazzo, in un bar. Avevamo vent’anni tutti e due. Ci mettemmo a chiacchierare da perfetti sconosciuti e poi scoprimmo che avevamo frequentato la stessa scuola elementare e alla fine saltò fuori che lui era il portiere della mia squadra, lui! Quello che si era fatto fare tre gol facilissimi!
Mi disse: «Dopo tanti anni posso dirtelo. Quei gol me li feci fare perché uno dei tuoi compagni di squadra aveva uno zio che gli dava da leggere riviste pornografiche, allora mi promise che me le avrebbe fatte vedere pure a me se mi facevo fare i gol».
«Ma stai scherzando, vero?».
«Pura verità» rispose.
Io mi incazzai come una bestia. «Hai corrotto il portiere della mia squadra! Con delle riviste porno! E meno male che avevi dieci anni e andavi dalle suore! Limortacci tua, sei stato un vero fijo de ‘na mignotta!».
«Vabbè, dai, dopo tanto tempo, non vale la pena di arrabbiarsi così!».
Me ne andai senza salutarlo. Paolo si chiamava. Chissà che fine ha fatto. Avrà fatto lo spacciatore di droga in prima media, sicuro!
Il portiere della mia squadra, corrotto, a dieci anni, a scuola dalle suore! Limortacci sua!