19 ottobre 2024

da | 19 Ott 2024 | Diario del re del bosco

 

 

Fuggita ovunque, tornerai dappertutto. Perché semplicemente cercandoti, aspettandoti, noi già un poco ti troviamo. Sei la Luminosa, anzi l’Incandescente: quando stanotte ti sei voltata a guardarci, e poi ci hai chiamato, abbiamo finalmente potuto seguirti, calmi, non impauriti come al solito quando procediamo senza sapere dove andiamo.

Queste continue invocazioni, queste preghiere mattutine ti annoiano, lo so. Vorresti giocare con i tuoi amici, lanciare la palla in cielo, farla rimbalzare sulla faccia della luna. E tu gioca, chi te lo impedisce? Salta, corri, canta!

All’inizio, quando avevo cominciato a pensarti, mi divertivo come un matto; ora, appena sveglio, mi commuovo pensando a come sei e a come diventerai…

No, non a come diventerai. Il futuro non viene preso in considerazione in questa mia preghiera o sogno. Esiste soltanto la parola adesso accompagnata dalla breve ma significativa parola qui.

Adesso, in questa fredda mattina. Qui, chiuso nella mia camera.

Aiutami a vivere, Luminosa!

 

 

 

 

Ecco, arriva un usignolo, forse un airone o qualsiasi altro uccello bianco e immacolato almeno nel piumaggio che sbuca dalle nuvole e plana dolcissimamente su questo pianeta di fuoco e di pianto per risollevare il nostro spirito impigrito, ma tu resterai delusa a contemplare meschini dolori e ancor più meschini desideri. Stranissima fanciulla, che vivi e non vivi, che respiri solo nel profondo e sei presente come fossi miele (ma sei anche carne) e aria (ma sei anche terra), e così inganni il mondo e la sua durezza, perché nulla ti tiene incatenata al metallo, né un rimorso né un dovere: piuma contro corazza, spiga di grano contro coltello, oppure…

Ma no, non c’è maniera degna di descriverti, e descrivere questa situazione che ci vede coinvolti: i paragoni, le similitudini, le metafore, pur mescolati in un ritmo inatteso, si perdono nell’insensatezza e nella pochezza delle nostre capacità di esprimere e di vivere. Il silenzio, certo, sarebbe preferibile. Ma possiamo noi, Luminosa, rimanere muti? No, non possiamo, non è giusto. Che ce ne importa di non essere all’altezza!

Siamo quello che siamo, e tu sei quella che sei, cioè una strana specie di bambina, una voglia fra le nuvole, un pensiero che vaga, un desiderio inconfessabile, una poesia nata nel profondo del cuore e che lungamente ci ha impegnato, insomma una cosa troppo bella per non creare scandalo, per non risultare incomprensibile e alla fine noiosa per chi assiste a questo spettacolo dall’esterno: tu sei un’idea, sì, ormai lo sappiamo, e cioè un nodo in fondo all’anima, eccetera eccetera (inutile perdere altro tempo, tu nemmeno ascolti!).

Oh mirabile Luminosa, resta tra noi, non te ne andare. Siamo i tuoi devoti soldatini, pronti a tutto. Aspetta ancora un poco prima di ripartire. Abbiamo da dirti altre curiose sciocchezze, quelle che a te piacciono tanto!