Passeggiando lungo via Nomentana, vengo preso da un odore: il catrame dell’asfalto appena gettato sulla strada, ancora bollente. Così rimango fermo, accanto agli operai, ricordando Ziano, un paesino della Val di Fiemme, sulle Dolomiti, che nel corso degli anni si espandeva, si allungava nei campi. Case, alberghi e nuove strade per accogliere un benessere che avrebbe cambiato molte cose, spesso rovinandole. Io ero un bambino e vedevo i sentieri che venivano spianati e allargati; poi, dove prima c’era soltanto il colore bianco della polvere tra il verde dell’erba, colavano quella sostanza molle, bluastra, fortemente odorosa.
Immobile, ad occhi chiusi, cerco di mantenere dentro me le sensazioni. C’è molta gente lungo la strada, molto traffico e confusione. Allora penso che qualcuno potrebbe osservarmi, e allora dico a me stesso: sembro un pazzo?
Allora tossisco, guardo in alto, comincio a fischiettare per darmi un contegno… Ma senza destare sospetti, facendo finta di niente, resto ad annusare.