Vincente Aleixandre
(frammento da “La distruzione o amore”)
Eccolo finalmente, il piccolo scarabeo che arriva al verbo,
Tristissimo minuto,
Lento roteare del giorno miserabile,
Rapinatore minuscolo di tutto ciò che mai potrà aspirare al volo.
È questo un giorno qualsiasi
Come vita che indugia sull’orlo dell’arena
(traduzione di r.v.)
Più vado avanti nel tempo e più mi convinco di essere molto diverso da come pensavo, e cioè: faccio schifo. Consideriamo l’invidia, ad esempio. Qui si concentra l’immondizia di un uomo, se proprio vogliamo considerarlo tale. Leggo articoli e recensioni sui libri di miei cari amici che hanno pubblicato presso case editrici importanti, ricevuto premi letterari importanti ed elogi dai migliori critici, mentre io mi dibatto ancora nell’orrendo sottobosco letterario, ed il sentimento vero e genuino che sento affiorare in me è quello dell’invidia, chiaro e limpido come l’acqua di un laghetto di montagna; anzi, sporco e intorpidito come una fogna a cielo aperto. È inutile che finga con gli altri e innanzitutto con me stesso: io sono invidioso. Ma peggiore di un invidioso qualsiasi, perché non lo ammetto. Provate a farmelo confessare, non ci riuscirete nemmeno con la tortura. (E questa paginetta, allora? Tra pochi istanti verrà cancellata riducendola e mai nessuno la leggerà! Ma prima voglio sfogarmi).
«Mica sarai invidioso» mi diceva ieri Teresa dopo avermi sentito parlare di quell’amico che, dicevo, «è bravino, sì… ma avergli dato quel premio, be’, mi pare esagerato!».
«Invidioso io?» ho risposto quasi gridando, colpito nel punto più profondo del mio marcio cuore, «ma stai scherzando, dico, stai scherzando per caso?». Non sono uno di quegli invidiosi lisci e rotondi con occhi cattivi che s’incontrano spesso; invidiosi da quattro soldi, d’accordo, ma almeno onesti, in pace con se stessi. No, io sono un invidioso dalla coscienza infelice, incapace di liberarmi da quei sentimenti spregevoli che distinguo nettamente nel mio animo. Sono consapevole, ma inetto.
Perciò ho ragione io: faccio schifo.
UN INCONTRO IN CHAT
Cercatore 1958 Ehi…
Bocca di rosa Dimmi…
Cercatore 1958 Da dove dgt?
Bocca di rosa Roma.
Cercatore1958 Anche io.
Bocca di rosa Anni?
Cercatore 1958 Sessantacinque. Tu?
Bocca di rosa Diciannove.
Cercatore 1958 Ah, bene. Mi fa piacere parlare con una ragazza giovane come te. A te non dispiace se facciamo due chiacchiere, no?
Bocca di rosa No, non mi dispiace… anzi, mi piacciono gli uomini maturi.
Cercatore 1958 Ah sì? Bene… ma senti, tu che fai nella vita? Studi, immagino….
Bocca di rosa Sì, sono iscritta al primo anno della facoltà di lettere, all’università La Sapienza…
Cercatore 1958 Ma davvero? Sai, io sono uno scrittore… cioè, provo ad esserlo. Forse ti interessa questa cosa di me…
Bocca di rosa Uno scrittore, davvero?
Cercatore 1958 Eh sì.
Bocca di rosa Sono onorata.
Cercatore 1958 Ma figurati…
Bocca di rosa E cosa scrivi?
Cercatore 1958 Mah, nulla di particolare: poesie, racconti, poi due libri, una specie di romanzi…
Bocca di rosa Ma le hai pubblicate queste cose?
Cercatore 1958 Certo! Ho pubblicato un libro di prose e poesie, che poi ho continuato a riscrivere per molti anni… Una cosa un po’ strana, magari poi te ne parlerò.
Bocca di rosa Ehi, allora sei famoso! Wow!
Cercatore 1958 Ma no! Non sono famoso, ma nemmeno completamente sconosciuto…
Bocca di rosa E non me lo vuoi dire come ti chiami?
Cercatore 1958 Bè… Preferirei di no, altrimenti non potrei più parlare liberamente con te e magari dire cretinate…
Bocca di rosa Cretinate? del tipo?
Cercatore 1958 Ma non so…
Bocca di rosa Porcate? Cioè, cose di sesso?
Cercatore 1958 Bè, insomma, non so, forse anche quelle, non si sa mai…
Bocca di rosa Mica ci sarebbe nulla di male…
Cercatore 1958 Ah no? Pensi così? Interessante…
Bocca di rosa Sai, io sono molto interessata al sesso…
Cercatore 1958 Sempre più interessante… Del resto, con quel nickname che ti sei messa, c’era da aspettarselo… chissà quanti inviti da parte dei maschiacci della chat…
Bocca di rosa Effettivamente… sì, mi piace stuzzicare i vecchi porci come te…
Cercatore 1958 Dai, ora non esageriamo…
Bocca di rosa A me poi piace molto succhiare e leccare, sai?
Cercatore 1958 Ah…
Bocca di rosa Come no! Ne vado matta…
Cercatore 1958 Ah sì? Hai capito…
Bocca di rosa Sì, sì… Ho sempre voglia, io!
Cercatore 1958 Bè, fantastico… Senti, ma tu hai detto che abiti a Roma, no?
Bocca di rosa Sì, l’ho detto.
Cercatore 1958 Allora perché non ci sentiamo al telefono?
Bocca di rosa …
Cercatore 1958 Hai letto cosa ho scritto?
Bocca di rosa Sì…
Cercatore 1958 E allora?
Bocca di rosa Non posso.
Cercatore 1958 Non puoi… Ma sono le quattro del pomeriggio. Possiamo sentirci più tardi, se vuoi, o domani.
Bocca di rosa No, non posso.
Cercatore 1958 Ma scusami, perché non puoi? Sei una studentessa universitaria, puoi fare ciò che vuoi durante la giornata, che problema c’è?
Bocca di rosa Non posso spiegarti.
Cercatore 1958 Cioè? Non puoi spiegarmi perché non ci possiamo parlare al telefino? Ma guarda che puoi dirmi tranquillamente tutto quello che ti passa per la testa, non hai nessun obbligo nei miei confronti. Se non vuoi sentirmi, pazienza. Puoi essere sincera con me.
Bocca di rosa No.
Cercatore 1958 No cosa? Che non vuoi sentirmi o che non puoi essere sincera?
Bocca di rosa Ora vado.
Cercatore 1958 Come, vai? E mi lasci così?
Bocca di rosa Sì. Non posso trattenermi adesso, mi dispiace.
Cercatore 1958 Scusa, allora sentiamoci dopo, dammi il tuo numero..
Bocca di rosa No.
Cercatore 1958 Ma perché no? E perché mai? Guarda che non ti rompo le scatole, ti chiamo adesso ma poi non vuoi non ti chiamo più.
Bocca di rosa No. Mio padre non vuole che dia il mio numero di telefono agli sconosciuti in chat.
Cercatore 1958 Tuo padre non vuole? Ma come, dici che a te il sesso e poi dici che non puoi dare il numero di telefono perché tuo padre ha detto che non puoi dare il numero agli sconosciuti in chat… Mah. È stranissima questa cosa. Mica la capisco…
Bocca di rosa Ecco, bravo, non la capire.
Cercatore 1958 Sì certo, non la capisco… Anzi, adesso, se ci rifletto un poco su… mi viene da pensare che…
Bocca di rosa Cosa? Cosa ti viene da pensare?
Cercatore 1958 Bè, mi è venuto un dubbio atroce…
Bocca di rosa Che dubbio?
Cercatore 1958 Sì, davvero atroce. Mi sa che tu…
Bocca di rosa Io?…
Cercatore 1958 Credo che tu sia… Insomma, potrebbe essere che tu non sia una ragazza ma un maschio, cioè uno di quelli che si divertono ad usare il nickname femminile per prendere in giro le persone…
Bocca di rosa Dai, non fare il cretino.
Cercatore 1958 Per cortesia, se sei un maschio, dimmelo.
Bocca di rosa Sei proprio scemo… Ma come, sto fremendo di voglia, non lo capisci ancora? Ho voglia di te…
Cercatore 1958 Per la miseria… Niente male per una ragazza di 19 anni… Piuttosto disinibita, direi…
Bocca di rosa Va bè, ciao, allora chiudo…
Cercatore 1958 No, aspetta un momento… Non chiudere. L’ho capito, sai? Sei un uomo, vero? Dimmelo, dai… Sarebbe onesto se me lo dicessi… Capisco che non è facile dirmelo dopo che mi hai preso in giro per tutto questo tempo, ma provaci. Ti riscatteresti… Non ce l’ho con te… Sei un omosessuale, vero? Ti diverti a far eccitare i maschi e così ti ecciti anche tu, tiri fuori la tua anima femminile, la esprimi in questo modo…. Però, dico, è possibile che tu mi consideri così ingenuo? Per quanto tempo volevi andare avanti con questa storia? E meno male che non ho abboccato completamente, che non mi sono fatto coinvolgere sul serio, altrimenti chissà per quanto tempo saremmo stati qui a dire stupidaggini… ma non hai qualcosa di meglio da fare? Capisco che certi certe volte non si sa come passare il tempo… Dai, su, coraggio, dimmelo… Sii sincero… Dimostrati uomo almeno per una volta, non fare sempre la femminuccia… Non preoccuparti, non mi arrabbio. E poi, scusa, tanto siamo lontani e anonimi, e perciò anche se mi dovessi arrabbiare che te ne importa? Puoi chiudere e tanti saluti… Ma tranquillo, non ti offenderò, non ti dirò nemmeno una parolaccia, ok? Coraggio. Confessa. Mi dispiace che tu non sia una vera ragazza molto sensuale, studentessa di lettere all’università La Sapienza, mi dispiace davvero tantissimo. Per alcuni momenti ti ho immaginata, come una bionda, cara ragazza, con lo sguardo intenso e intelligente, la gonna corta e due belle gambe… ne vedo tante di ragazze come te… Sì, una ragazza di cui innamorarsi immediatamente… da incontrare una domenica pomeriggio dopo averci parlato in chat… Ma sì, un colpo di fortuna, perché non dovrebbe capitare a me?… una ragazza a cui piacciono gli uomini più grandi, maturi, forse perché le è mancata la figura paterna in quanto cresciuta soltanto con la madre dopo la separazione dei genitori e perciò perennemente in cerca di un uomo che possa amarla ma anche proteggerla, guidarla, consigliarla… e io lo so quanto un giovane abbia bisogno di una guida… Io sarei stato il più paterno degli amanti, e il più comprensivo, e il più dolce… Chissà, magari sei davvero una ragazza… In fondo potrebbe ancora essere possibile… Certo, non fai molto perdissolvere i miei dubbi, ma… Forse è che tu sei veramente una ragazza timida, discreta, riservata… talvolta fai la sfrontata ma più per reagire a quella tua profonda inconfessabile timidezza che tieni celata come un tesoro, come un piccolo diamante irraggiungibile, segretissimo, inconoscibile… Sì, sicuramente, ora comincio davvero a pensare che tu sia una dolce fanciulla immacolata e pura come un giglio e delicata come un granello di sabbia che il vento della brutalità umana può sollevare e portare lontano e disperdere ma non distruggere, no, perché la tua purezza è impossibile da violare, ah certo, la tua inconfondibile castità e sincerità è comunque indistruttibile se un uomo, un uomo meschino come me ha osato (seppure per un istante) mettere in dubbio la tua sacrosanta identità di giovanissima studentessa dedita alle sudate carte delle lettere, agli studi filologici, all’impegno intellettuale che però non intralcia la tua spensieratezza, i tuoi giochi innocenti con le tue compagne di studi quando di sera, finito lo studio, vi ritrovate a ricamare, a bisbigliare dolci sciocchezze, a confidarvi le vostre speranze di diventare madri esemplari, spose fedeli… Oh perdonami cara figliola, come ho potuto anche lontanamente approfittare della tua sincerità, della tua limpida esistenza di brava ragazza di famiglia perbene, educata magari dalle suore, che veste sempre sobriamente, come una collegiale (la gonna sopra il ginocchio, il golfino blu, i capelli raccolti in uno chignon perfettamente arrotondato sulla testa, i mocassini col tacco basso essendo tu alta e slanciata e quasi magrolina e certamente senza alcun bisogno di tacchi alti come altre ragazze quasi grasse e volgari e certamente non pure e immacolate come te), oh come ho potuto dubitare?… Ti prego di scusare la mia mancanza di fiducia. Se riuscirai a comprendermi e a perdonarmi, io sicuramente riuscirò a cambiare la mia vita solitaria e triste e malinconica e un poco indecente. Sì, cara, con il tuo aiuto ce la farò a redimermi… Finalmente! Era una vita che aspettavo quest’occasione! Mi vedo già con te al parco a passeggiare con il nostro primo figlio in carrozzina, scambiandoci dolci sguardi e fremendo però talvolta di desiderio semplicemente per una piccola carezza un poco più ardita, e più tardi a casa di tuo padre e tua madre finalmente riuniti che, all’inizio titubanti per questo pretendente alla mano della figlia un po’ troppo maturo, senz’altro comprensivi ci aprono la porta guardando le paste che teniamo in mano poiché, da persone intelligenti, hanno capito che il nostro amore è più grande di ogni cosa, di ogni differenza di età o di condizione sociale o di razza eccetera eccetera… Comincerò a svegliarmi presto la mattina, vedrai, amore mio, troverò un vero lavoro anche se a questa età non è facile trovarlo, non berrò più il vino da quattro soldi insieme all’amico Bruno al bar di piazzale Adriatico, non fumerò più due sigari toscani ogni giorno ma soltanto una volta al mese… Tesoro, tesoro mio inimmaginabile, mio preziosissimo fiore innocente e vilipeso dalla mia malvagia mancanza di coraggio, di speranza, di fiducia, di buona disposizione mentale… Dimmi, amore mio limpidissimo, dimmi il tuo vero nome, cominciamo finalmente la nostra vera nuova vita insieme… dimmi la verità, soltanto la verità della tua purezza!
Bocca di rosa Mi chiamo Salvatore Lipari, 56 anni, di Padova. Commercialista. Sposato con un figlio. Chiudo. Ciao.