15 agosto 2024

da | 15 Ago 2024 | Diario del re del bosco

Mentre cercavo di scrivere qualcosa, uno di questi uccellini che stazionano sull’albero davanti alla mia finestra si è messo a cantare. Ma più che un canto era un discorso articolato fatto di suoni. A chi stava parlando? A un essere alato come lui? A me è sembrato, per un lungo momento, dimenticando la ragionevolezza, che si rivolgesse a me, per dirmi di smettere di preoccuparmi: se proprio vuoi scrivere, mi sembrava che dicesse, scrivi ma senza pensarci tanto, senza dispiacerti se ti leggono pochi, o rimuginare su come possono giudicare questi pochi ciò che scrivi. Tanto lo sai che non potrai comunicare l’essenziale. Quello lo faccio io. Io sono il canto del mondo. Non lo sapevi? Tu scrivi ciò che senti, perché istintivamente ti avvicinerai a qualcosa di autentico, di profondo, vero.

Poi mi sono svegliato da questo sogno, però anche se soltanto immaginate queste parole mi hanno colpito, e aiutato. Pure l’ho visto questo volatile dal canto soave e gentile e a suo modo istruttivo. In un attimo si è librato in aria ed è fuggito via.

 

 

Ecco dunque la cosa impegnativa che stavo cercando così faticosamente di scrivere. Invece è facilissima da dire.

Anni fa mi fermai davanti a una bancarella di via Nazionale, una di quelle piene di cianfrusaglie, di oggettini da un euro, di riproduzioni in miniatura dei monumenti di Roma e di vestiti a pochissimo prezzo. Non mi ricordo cosa cercavo, però mi misi a parlare con l’uomo, abbastanza giovane, che lavorava lì. Non so assolutamente come siamo arrivati a parlare di religione ma lui a un certo punto mi ha detto: «Ma scusami, non so perché fai tutti questi discorsi su Gesù e ti domandi se bisogna credere o no, eccetera. Gesù è come Krishna, un avatar, una incarnazione di Dio. E ce ne sono anche altri di avatar».

A quell’epoca avrò avuto più o meno sessant’anni. Durante la mia vita nessuno mi aveva detto una cosa così semplice e vera, e mai l’avevo letto in nessun libro. Ignoranza mia? Può darsi. Eppure in parrocchia, a scuola, e poi parlando con gli amici adolescenti, e di seguito per anni e anni leggendo libri su libri e riviste e ascoltato discorsi di persone di qualsiasi tipo, MAI avevo sentito enunciare una verità limpida e sacrosanta come questa. (Forse nemmeno molti “dogmi” verrebbero intaccati poiché ogni specifica verità, ogni rivelazione non escluderebbe l’altra, almeno nella maggior parte dei casi. Ogni incarnazione ha forse la sua storia, le sue vicende esistenziali, i suoi miracoli).

Forse perché è troppo limpida e sacrosanta. Se fosse pronunciata e dibattuta e propagandata, tutti i preti delle varie religioni continuerebbero a fare il loro mestiere ma senza prendersi troppo sul serio, senza guadagnarci troppo e soprattutto senza aggressività verso chi dice cose diverse. E ogni essere umano seguirebbe gli insegnamenti di Gesù, di Krishna, di Buddha, distinguendo nettamente e con grande facilità ciò che è vero e bello dei loro insegnamenti da ciò che altri hanno messo in bocca a questi profeti, uomini illuminati, incarnazione divine.

Sì, era molto semplice da scrivere.