Ti viene la depressione: vai su Facebook, migliaia di poeti. Tutti uguali, cioè di un valore inestinguibile. Potrebbero essere tutti grandi poeti, e chi può dirlo? Eppure conosco un poeta che è capace di farsi distinguere con molta facilità:
Senti un po’, gatto dell’antico
Egitto, l’Egitto antico è finito
da un pezzo e tu non sei un’icona e io
la tua nicchia: qui nessuno è più dio:
tutt’e due scalpicciamo sulla terra,
tu con quattro zampette nuova di zecca
e io con due, lunghe stecchite e stanche:
ma che cipiglio, che possa trionfante
con unghie e denti sulla mia mano
che fa da vittima o preda – un gabbiano
una rondine: bel colpo, per Bubasti!
per una in svezzamento a quattro pasti
(Gianfranco Palmery)