11 agosto 2024

da | 11 Ago 2024 | Diario del re del bosco

Scrivo brevemente perché sono pigro, e non dilungarmi è nella mia natura di scrittore , inoltre non voglio che questo mio Diario sia usato per far passare il tempo ai lettori. Per quello ci sono i romanzi.

Qui i pensieri scorrono indisturbati uno dopo l’altro, così come vengono in mente. Nessuno che mi censuri, che mi “riveda” il testo, come farebbero i cosiddetti editor, quegli individui che per le case editrici rileggono i testi da pubblicare, e correggono, tagliano, ricuciono… Stronzi! Peggio degli austriaci! (Per comprendere quest’ultima frase si può rileggere il Diario dell’otto agosto).

Dunque siamo nel pieno della grande messinscena dell’agosto. Città vuote, negozi chiusi, medici assenti, caldo opprimente, solitudine, angoscia… Eppure sono qui a scrivere sul mio sito, covando il mio malumore. Per la prima volta possiedo un mezzo per scrivere e pubblicare direttamente, senza intermediari, e questo è importante per me. Unica compagnia, gli uccellini che cantano beati nei giardino  sotto casa.

Per fortuna in agosto non c’è il chiasso dei bambini della scuola elementare qui vicino durante l’ora di ricreazione (tre mesi di vacanza, una delle tante assurdità italiane), li ascolto sempre durante l’anno. Mi danno fastidio. Che avranno tanto da gridare? Non lo sanno che diventeranno vecchi, non glielo hanno detto? No di certo. Nemmeno che dovranno morire. E gli riempiranno la testa di falsità per farne dei bravi, utili, laboriosi cittadini. (Peccato che la società di cui dovrebbero far parte stia crollando, a quanto pare, i sintomi ci sono tutti: guerre, crisi economiche, valori etici completamente distrutti…). Bisognerebbe che un maestro di prima elementare, il primo giorno di scuola, appena entrato in classe, facesse il seguente discorso: «Buongiorno, poveri disgraziati. Ancora non sapete in quale guaio vi siete cacciati. Certo, non è colpa vostra ma dei vostri genitori. Dopo essere stati svezzati siete stati mandati qui per assorbire nozioni in maniera assolutamente acritica. Dopo i primi elementi della lingua e della matematica, cominceranno a condizionarvi facendovi studiare una Storia in gran parte falsa, con “fatti” che, se veri, sono presentati in maniera del tutto tendenziosa. Come la Storia nel secolo precedente, ad esempio.  La prima guerra mondiale: un inutile massacro, da mettersi a piangere ogni volta che ci si pensa, ma vi parleranno di Patriottismo, Eroismo… La seconda guerra mondiale? Certo, i “buoni” e i “cattivi” si vedevano chiaramente ma i buoni non erano così buoni come ci hanno voluto far credere.  I responsabili delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki non sono mai stati processati da un tribunale come quello di Norimberga. Il presidente americano Truman e gli altri. Autentici criminali, pazzi. La volete sapere la verità? La guerra era già vinta dagli USA ma si era già in piena “guerra fredda” e gli americani hanno voluto bruciare i russi sul tempo, hanno fatto presto per dimostrare chi comandava, chi avrebbe comandato almeno in Occidente. Ma a voi questo non ve lo diranno. Perché questo basterebbe per mettere quasi sullo stesso piano, quanto ad atrocità e delitti contro l’umanità, l’America c la Germania nazista. Soprattutto vi insegneranno a stare fermi nei banchi, voi che avete un bisogno fisico di correre e giocare e stare alla’aria aperta. Invece no, vi hanno mandato qui a scuola per farvi terrorizzare con questa storia malefica dei voti, per mettervi in soggezione e uno contro l’altro, per farvi diventare ambiziosi, subdoli, asociali. Dei maestri e dei professori che incontrerete negli anni a seguire meglio non parlare. Saranno bravissimi a riempirvi la testa si cazzate. Io posso dirvi queste cose soltanto perché sono un personaggio di fantasia partorito da uno che se ne sta da solo in agosto e scrive innanzitutto per non morire di nevrosi. Certo, non voglio essere del tutto pessimista: a dispetto di tutto, imparerete un sacco di cose che vi interessano e sarete relativamente felici. In fondo questo è uno sfogo. Forse andare a farsi una bella passeggiata o un giretto in Vespa sarebbe stato meglio, questo lo dico io personaggio all’autore. Però è vero che sarete ingannati molto. Vi faranno credere un sacco di bugie riguardanti la politica, la religione… Sarete condizionati e penserete ciò che vogliono i potenti di questo mondo. Anche le vostre ribellioni adolescenziali saranno programmate, perdonate, accettare per darvi l’illusione di quel quarto di luna romantico e rivoluzionario che a una certa età non si nega a nessuno. Poi vi sposerete, o conviverete, farete figli… poi la pensione e infine una bella tomba tutta per voi dove finalmente vi lasceranno in pace. Bel programmino, vero? E questo è solo l’inizio. La prima elementare. Il primo tratto di un percorso da incubo. Del resto siete capitati in un pianeta mediano, cioè un pianeta collocato esattamente tra i pianeti superiori come il Brahmaloka paradisiaco (dimora dei Deva e del dio creatore), e quelli infernali dominati dagli asura, cioè dai diavoli. Tanto peggiore questo luogo perché si trova in quella fase che gli antichi testi sacri (i Veda, i Purana…) chiamano periodo del Kali-Yuga, l’età della dissoluzione, del crollo, dominato cioè da Kali, La Distruttrice. Voi non potete fare altro, per salvarvi, che prendere coscienza di tutto ciò. Ma pochi saranno quelli che svilupperanno una coscienza critica. Gli altri andranno in massa da una porte o dall’altra, si divideranno, si faranno la guerra perché i potenti di questo mondo vogliono che vi ammazzate tra di voi senza conoscere il vero nemico. Comunque adesso basta, bambini. Vi ho già detto troppo. Cominciate a studiare le lettere dell’alfabeto. Ecco, questa è la prima lettera dell’alfabeto italiano, la lettera A: la vedere che bella letterona di plastica? Ecco, con questa lettera si forma la parola Amore, l’unica che in fondo conta e che può salvarci davvero».

 

I bambini della piscina condominiale. Musica per le mie orecchie. Finisco di scrivere il brano precedente e li sento. Meno male che c’è l’altra faccia di ogni cosa, sennò uno si ammazzerebbe subito. Ora che ci penso, potrei fare come quegli scrittori che venivano pubblicati da Adelphi negli anni Ottanta. Parlavano soltanto della negatività della vita, ogni pagina era deprimente, triste, e non lasciava speranza. Infatti quegli scrittori parlavano continuamente di suicidio, però non si suicidavano mai. Pubblicavano con la casa più snob e importante dell’epoca, guadagnavano un bel po’ di soldi e magari scopavano pure.