10 ottobre 2024

da | 10 Ott 2024 | Diario del re del bosco

 

Questa storia che vi racconto è divertente, con dei risvolti un po’ inquietanti. Ovviamente è vera anche se inusuale. Ma di cose strane è piena la vita, no? E poi oggi sono contento e felice e mi diverte raccontare una cosa abbastanza assurda, sono di ottimo umore alla faccia di chi non mi vuole bene, e pure Teresa è contenta, cioè la mia compagna…. Non mi piace questa parola, “compagna”, ha qualcosa di politico, e nemmeno mi piacerebbe chiamarla «camerata Teresa!».

Insomma, io mi trovo in questa situazione. Era stata costruita da mio padre e dai suoi fratelli una tomba di famiglia, la Tomba Varese, al cimitero di Prima Porta, poco fuori Roma, uno dei due cimiteri della Capitale (non penso ce ne siano altri). Ora non vi sto a tediare con i particolari, ma per assurdi cavilli burocratici il posto che era stato riservato a me non ce l’ho più. Sono stato sfrattato dalla tomba dei Varese.

Quando morirò non potranno seppellirmi lì perché assolutamente i posti sono tutti occupati per i futuri parenti morti. Che, a quanto pare, ci tengono tantissimo a stare, da morti, nella Tomba dei Varese. E li capisco benissimo. Anche a me sarebbe tanto piaciuto starci. Teresa, gli amici, il sindaco di Nemi, il Ministro della Cultura, il Presidente americano Trump, Putin, la segretaria del Partito Democratico Elena Schlein, Giorgia Meloni e tutti gli avrebbe potuto portarmi un fiore, lasciare una poesia, piangere e bagnare la tomba di lacrime, togliere le foglie cadute sul marmo, stappare una bottiglia e brindare in mio onore dicendo una di quelle frasi del cazzo, del tipo: «A lui piacerebbe, sì: brindare vicino alla sua tomba e ricordarlo con allegrezza», eh come no, ’na contentezza che non te dico, limortacci vostra. Io lì coi vermi che mi si mangiano e questi stronzi che si divertono, e vabbè.

Fatto sta che ora non ho più la tomba e quando muoio non ci sarà manco un loculo per accogliere il mio corpo (e che corpo! voi lo sapete, che fisico!), dunque come farò?

Attenti voi, ve lo dico in anticipo. Io sono l’uomo senza tomba. Andrò a cercare un luogo dove riposarmi per l’eternità, busserò alla porta di casa vostra…

«Toc Toc!».

Sarà verso mezzanotte. Qualcuno di voi, svegliato d’improvviso, domanderà: «Chi è a quest’ora?».

«Sono io, l’uomo senza tomba».

«No, no, aiuto! C’è Varese, l’uomo senza tomba!».

Ma io con la mia forza di zombi butterò giù la porta ed entrerò in casa e poi… e poi….

«Ah, ah, ah, ah!», che bella risata vi farò in faccia!

Ma poi andrò via perché in realtà un morto non può rimanere tra i vivi. Andrò via, inoltrandomi malinconicamente nella notte fredda e piovosa. ..

Una bambina, una vostra piccola figlia più dolce e comprensiva, svegliata da quel trambusto, si affaccerebbe alla finestra e griderebbe: «Addio uomo senza tomba. Ti voglio bene! Torna quando vuoi a trovarci!».

(Il padre dirà da dietro al finestra: «Sta zitta, scema, quello è capace di tornare davvero. Tu non lo conosci Varese, Je ne devrais pas dire ça mais c’est un homme terrible!».

 

 

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