10 gennaio 2025

da | 10 Gen 2025 | Diario del re del bosco

 

Mentre cercavo di scrivere qualcosa, uno di questi uccellini che stazionano sull’albero davanti alla mia finestra si è messo a cantare. Ma più che un canto era un discorso articolato fatto di suoni. A chi stava parlando? A un essere alato come lui? A me è sembrato, per un lungo momento, dimenticando la ragionevolezza, che si rivolgesse a me, per dirmi di smettere di preoccuparmi: se proprio vuoi scrivere, mi sembrava che dicesse, scrivi ma senza pensarci tanto, senza dispiacerti se ti leggono pochi, o rimuginare su come possono giudicare questi pochi ciò che scrivi. Tanto lo sai che non potrai comunicare l’essenziale. Quello lo faccio io. Io sono il canto del mondo. Non lo sapevi? Tu scrivi ciò che senti, perché istintivamente ti avvicinerai a qualcosa di autentico, di profondo, vero.

Poi mi sono svegliato da questo sogno, però anche se soltanto immaginate queste parole mi hanno colpito, e aiutato. Pure l’ho visto questo volatile dal canto soave e gentile e a suo modo istruttivo. In un attimo si è librato in aria ed è fuggito via.