1 novembre2024

da | 1 Nov 2024 | Diario del re del bosco

 

DIALOGHI IMPREVEDIBILI, quinta parte

 

Tra la rivista erotica degli anni Sessanta intitolata Caballero e la rivista Ermeneutica letteraria, edita da Fabrizio Serra editore.

«Ammazza oh, ma guarda che me capita de incontrà!» dice la rivista Caballero, che vedevo quando ero adolescente, insieme ai miei amichetti. Chi aveva coraggio, andava dal giornalaio a chiederla, però molto rifiutavano di darcela perché era vietata ai minori, e noi eravamo proprio ragazzini, dodici, tredici anni.

«Direi proprio uno strano incontro, non vi è alcun dubbio» risponde l’altra rivista. «Non vorrei apparire scortese, ma proprio non capisco l’opportunità di questo dialogo».

«E daje, adesso non fà quella superiore, mica te vojo dì niente de offensivo!» dice la Caballero.

«No certo, però non credo che lei nemmeno conosca ciò di cui mi occupo».

«Bè, effettivamente…».

«Ecco, vede? Allora le dirò che io intendo proporre, in un momento della cultura critica non privo di ripiegamenti regressivi, un ambito teorico e applicativo del metodo ermeneutico sul versante letterario, al di là di idee precostituite e di delimitazioni temporali».

«E sarebbe?».

«Sarebbe che io, rifacendomi ad una nozione complessa e composita di metodo, sottratto a formalizzazioni concettuali e motivato da un tempo di comprensione veritiera, cerco di seguire la via del recupero piuttosto che della innovazione, e una prassi sperimentale che evidenzi le implicazioni filosofiche della critica. È chiaro? Per questo l’ermeneutica letteraria può trovare la propria linfa nel retroterra intellettuale di alcuni critici del secolo scorso (Gadamer, Ricoeur), costituito da una vera filosofia (o da una vera scienza o da una vera arte) dell’interpretazione. Lei invece di cosa si occupa esattamente?».

«Di cosa mi occupavo vorrebbe sapè, perché io da mo’ che non sono più stampata. Ero una delle prime riviste erotiche pubblicate in Italia, ma non ero porno. C’erano le foto di donne nude, un po’ lascive, che a quei tempi già facevano notizie, e poi dei fotoromanzi. Ero venduta in un sacco di copie, ero famosa. Poi è finita, non sono più stata pubblicata. Ma tutto finisce, vero?».

«Sì, purtroppo è vero, tutto finisce».