Dunque arriva Natale, sta arrivano, il rito banale o seriamente inteso sarà lo stesso di ogni anno, seguendo il cerchio ciclico del tempo, che lo costringe a ritornare, ineluttabile, implacabile. La festa dei bambini, certo, si fa per loro, dicono gli adulti, ma gli adulti diventano bambini a loro volta, si travestono da bambini un po’ cresciuti in altezza, così tutti si divertono e trascorrono ore piacevoli in compagnia, per chi ha famiglia. Gli altri possono pure andare a suicidarsi.
Ci sarebbero tante cose da dire ma è meglio non dirle perché altrimenti si dovrebbe parlare pure di Capodanno, Pasqua, Ferragosto eccetera eccetera, di tutte quelle feste comandate micidiali che però è giusto che le persone vivano a loro modo, come fanno appunto quelli che si suicidano non sopportando la solitudine, l’ipocrisia, lo spregevole consumismo, il chiasso, i botti della sera di Capodanno, e poi l’agnellino a Pasqua, ucciso e poi divorato allegramente lungo quelle belle tavolate di mostri carnivori riuniti, parenti, amici, e senza dimenticare il Ferragosto che dovrebbe essere in relazione con una ricorrenza religiosa che non ricordo, ma non fa niente, l’importante è farsi delle belle magnate, «e non ce rompe li cojoni con tutti ‘sti discorsi» direbbe una persona di mia conoscenza, «ogni anno la stessa depressione, tristezza mortale, ma che sei masochista? E facce divertì, che noi lavoramo, mica stamo a fà ‘n cazzo come te, limortacci tua!».
E così trascorre il Natale, il dolce Natale, dolcissimo certo ma dipende pure con chi sei, con chi stai…
Io penso a Giovanni Senzani, tanto per fare un esempio, il capo delle Brigate Rosse che fece rapire e poi uccidere barbaramente Roberto Peci, fratello di Patrizio, militante delle stesse Brigate Rosse che era stato arrestato e aveva fatto i nomi di altri brigatisti, tradendo perciò la buona causa rivoluzionaria. Fu una vendetta trasversale, in puro stile mafioso. Senzani girò personalmente il video dell’uccisione. Quando lo arrestarono, trovarono tra i suoi libri la cassetta con la registrazione. Lui se la teneva nella libreria perché, lo capisco, come non rivedersi ogni tanto una delle cose più belle che un essere umano possa fare? Dopo cena, fumando il sigaro, uno mette la cassetta nel televisore in salotto e si rivede la scena: un uomo indifeso, terrorizzato, che sa di dover morire tra pochi istanti, e poi viene colpito da vari proiettili. Cade sanguinante sul pavimento, il sangue gli esce a fiotti dalla bocca…
Da pochi anni Senzani è diventato nonno. Volete che non festeggi anche lui? Io me lo immagino nonno Giovanni con i suoi adorati nipotini. Che dolcezza… Farà certamente l’albero, e sotto metterà i regali, e poi preparerà con le sue mani il cenone… Tutto ciò è commovente.
Mi è venuto in mente pensando a come le prossime festività possano addolcire ogni cosa… Attenti però a non vomitare.
Conclusione. Due persone molto amabili (che hanno un cane, un pastore maremmano grande come un cavallo, altrettanto amabile, che si chiama Puzzone (un soprannome, il vero nome è Mos), hanno attaccato delle magnifiche luci tutto intorno al giardino sotto la casa dove vivo. Che Dio (se esiste) li benedica! Basta questo a salvarmi, a dimenticare, e ad accettare la vita così com’è. Ma sì, che festeggi pure nonno Senzani. E scurdammoce ‘o passato!